Tempus Fugit

Lisa Bernardini & Marina Rossi invitano a “TEMPUS FUGIT”
Un’immagine di pensiero che Virgilio aveva colto e catturato con una magistrale potenza espressiva nel verso Sed fugit interea fugit irreparabile tempus (Georgiche, III, 284): ma intanto fugge, irreparabilmente fugge il tempo”, accentuata dalla ripetizione del verbo fugit che sembra voler ritmare
impietosamente l’inarrestabilità del tempo.
E la stessa immagine di pensiero è espressa pariteticamente, secondo le rispettive interpretazioni stilistiche scelte per l’occasione, nelle opere di Lisa Bernardini
Pánta Rheîe Marina Rossi Claustrofobico Metropolitano. Due visioni che emergono dalla memoria ancestrale delle due autrici, che ispirate dal movimento perpetuo e incessante delle forze della natura, sembrano volerci ricordare che nulla potrà mai interrompere l’ineluttabile avanzare del tempo.
Lisa Bernardini Marina Rossi
DICONO DI NOI
Sculture del tempo e paesaggi del cielo

La fotografia con le sue opportunità può rappresentare una scelta aperta nel campo teoricamente infinito del fotografabile; Lisa Bernardini e Marina Rossi si sono prefisse di cogliere le trame e i rapporti tra i differenti atteggiamenti della vita immaginifica istaurando un rapporto, tra fotografia e i suoi dintorni, profondo e necessitato, realizzando un articolato e singolare progetto fotografico che ha privilegiato lo spazio- il tempo esistenziale, l’immaginario reale, privato e collettivo.

Nello spazio congelato e sospeso della posa, paesaggi del cielo interagiscono con sculture del tempo come reperti della memoria ritrovata, come proprio vissuto, come condotta auto-rivelativa volta a raccontare sé e le proprie esperienze, modelli comportamentali e simboli generazionali fino alla contemplazione del soggetto rappresentato.

Un nuovo modo di esprimere le proprie tensioni e la propria creatività che coinvolge la comunicazione ed il linguaggio espressivo di questa generazione, attraversata da forti conoscenze e nuove situazioni di vita psichica e relazionale. La fotografia, come estremo strumento espressivo, rientra in modo ineludibile nell’attività culturale di Lisa e Marina in un progetto visivo che, legandosi alla situazione privata, nella ricerca delle forme oggettive, evidenzia la rete complessa delle informazioni variabili instaurata dalle immagini, rappresentando uno degli aspetti dinamici del sapere nel modo in cui può essere percepita la visione della nostra società.

Lisa e Marina cercano l’immagine che si fa mistero e poesia, stringendo tacite alleanze con altre forme della rappresentazione in spazi recenti della creatività anche se strettamente connessi, a volte interdipendenti tra loro sulla compressione o sull’allungamento spazio-temporale. Paesaggi e storie da sbloccare e da recuperare in un viaggio a ritroso nei diaframmi della memoria dove si intrecciano ricordi ed emozioni.

( Enzo Carli )